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lunedì 15 dicembre 2014

Samuel Paterini


Samuel Paterini

Mi chiamo Samuel Paterini, sono nato nel giugno ’75 e dal 2008 scrivo poesie.
Sono un operaio turnista e la poesia riempie una delle parti restanti della mia giornata, un hobby di cui mi sono innamorato fin dal primo istante.
Il mio primo (ed unico libro ad ora) è uscito nel 2011 e si chiama “il giorno che non vedi”. Dallo stesso anno giro le scuole introducendo alla poesia i bambini delle elementari ed approfondendo la stessa negli istituti superiori. Oltre le diverse presentazioni fatte per il libro, da quest’anno assieme ad altri 30 poeti abbiamo cominciato a proporre la “Festa della letteratura”, fatta ad agosto nelle valli bergamasche e contando di riproporla di anno in anno in giro per lo stivale. Ho ideato questo format, successivamente sposato dagli altri poeti, perché crediamo che solo tramite l’aggregazione possiamo riuscire a riproporre l’amore e l’interesse che fino a qualche decennio fa regnava attorno alla poesia. Non vanto nessun riconoscimento nei concorsi per il semplice fatto di non aver mai partecipato agli stessi… solo a sentir la parola “concorso” qui in Italia mi fa venir l’orticaria. Scherzi a parte, non ho mai partecipato perché secondo me la poesia non deve essere competizione, ma confronto.
Alcuni mi chiamano poeta degli ideali, altri poeta delle donne… io tempo fa mi sono coniato il termine “operaio per forza e poeta per vocazione”, ma in realtà trovo riscatto semplicemente se qualcuno si rivede e si emoziona nelle parole, ossia nelle mie emozioni  perché io al pari di chi legge, sono semplicemente un uomo.


Intervista
E’ la domanda più complessa per un poeta quindi la propongo per prima: cosa significa poesia per te?
-        Secondo me la poesia è la quotidianità, è la vita che ci scorre accanto in tutte le sue sfumature, in tutti i suoi stati d’animo ma che spesso noi per primi non ce ne rendiamo conto.

Cosa ti muove a scrivere poesia?
-        Mi muove a scrivere poesia l’utopia di poter dare una mano tra il circostante a ritrovare la semplicità, il far capire che la stessa non deve esser vista come una vergogna, bensì come una virtù. Rendendomi conto però che le mie speranze si muovono sul filo sottile dell’utopia, sarei già soddisfatto qualora riuscissi a rispecchiare appieno io ciò che scrivo. Se riuscissi sarebbe già una grande rivoluzione, chiamata semplicemente “coerenza”.

Qual è la funzione del poeta, della poesia oggi?
-        La funzione del poeta oggi è un enigma, perché anche tra qualche poeta c’è un “io” molto più forte di un “noi”, un arrivismo ed una voglia di apparire talvolta mascherata. Se contiamo che anche nella società una discreta maggioranza rispecchia fedelmente questa concezione viene meno la fiducia del lettore, mentre è assai complicata la ricerca poetica di chi invece vede la poesia come sinonimo di pluralità. Quindi la funzione di un poeta è quella di mettere la sua figura in secondo piano donandosi alla pluralità, solo così non potrà esser tacciato di sinonimi come “maestro” oppure “santone”, termini che portano sfiducia e che allontanano i lettori da questo campo che ahimè già da troppi decenni è “in via d’estinzione” nelle librerie.

Un paio di aggettivi per descriverti e farti conoscere al pubblico.
-        Un paio di aggettivi? Istrione e giocherellone.

Parlaci di una tua poesia o di un tuo libro se lo hai pubblicato.
-        Ho pubblicato “il giorno che non vedi” nel maggio ’11 e agli inizi del 2015 uscirà “il viaggio”.
-        Nel “giorno che non vedi” ho voluto trattare tramite una prosa semplice tutto ciò che può accumunare la gente, cercando di far intravedere “un’altra opportunità” anche in coloro che l’hanno smarrita. Ho parlato di “mamma-padre- fede-prostituzione-stagioni e quant’altro”, ho anche parlato di pedofilia, questa piaga che stupra prima ancora del corpo, la spensieratezza che deve regnare nei bambini. Nel libro che verrà (il viaggio) tratterò con una vena malinconica l’esistenza umana, affrontando temi come il distacco appositamente per togliere quel senso d’immortalità che è insito nell’essere umano, lo stesso senso che non porta a nutrirsi del singolo giorno e della singola emozione. Ne “il viaggio” tratterò anche temi sociali, rinascita e bellezza, passando in mezzo ai commedianti. Saranno presenti nella seconda antologia anche una decina di poesie scritte assieme ad altri poeti ed in un paio di casi anche con gente che mai prima aveva scritto di poesia. Insomma, esso parlerà di tutto ciò che si trova in un viaggio, in una vita…


2 commenti:

  1. Benvenuto Samuel... spero che lo spazio in questo blog possa servire al nostro scopo comune, la divulgazione della poesia senza secondi fini, gratuitamente per tutti

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